4000 eBook di editori indipendenti via da Amazon. È qualità questa?

03.05.2013 01:03

 

Ammetto di non aver mai nutrito simpatia nei confronti di Amazon, soprattutto per quel che riguarda gli eBook, con tutte le restrizioni che ci sono (dal formato al lettore). Non mi piacque quando non solo tolse dal suo catalogo 1984 e La fattoria degli animali di George Orwell ma anche dai dispositivi Kindle di chi quei due libri aveva acquistato; non mi piaceva per via della diversità dei prezzi degli eBook su Kindle, prezzi stabiliti da Amazon con calcoli vari. E non mi piace a maggior ragione ora che rimuove quattromila titoli di editori indipendenti americani che non vogliono cedere alla politica dei prezzi di Amazon.
Spiega Pianeta eBook:
Amazon sta rinegoziando i contratti con i propri “fornitori” (leggasi, case editrici), in un ottica di riduzione del prezzo medio e dell’incremento del margine di ricavo. IPG è un gruppo di editori indipendenti alleatisi per cercare di spuntare un prezzo migliore sulle opere dei propri autori. Amazon ha cercato di imporre un’ulteriore erosione dei margini di ricavo degli editori, che hanno risposto con un rifiuto netto, per bocca del loro rappresentante e presidente, Mark Suchomel. Risultato: Amazon sospende la vendita di oltre 4000 eBook, sperando che deviando il corso del fiume di ricavi gli editori assetati tornino a più miti consigli. Ma ciò non accade. Anzi, Suchomel e soci sono ben determinati a resistere, consci che se non lo facessero rimarrebbero comunque in braghe di tela; passano perciò al contrattacco, invitando i propri associati a negoziare con gli storici rivali Amazon: B&N, Kobo e compagnia cantante. Non vogliono i nostri eBook? Li venderemo a chi ce li chiederà, poco male se non sarà il (vasto) pubblico Kindle ad acquistarli.

Io sono sempre dell’idea che si debbano allargare gli orizzonti: per fortuna al giorno d’oggi esistono diversi strumenti che permettono di leggere libri digitali. Perché fossilizzarsi su uno solo? Forse perché è il più diffuso? A quanto mi costa quantità non è sempre sinonimo di qualità e di rispetto. E la situazione specifica lo dimostra.

da https://www.scripta-volant.org